Sensazioni Percezioni Intuizione e loro significato 2021

Liberamente tratto da State of Mind (Il Giornale delle scienze psicologiche)

Dalla sensazione alla percezione

La SENSAZIONE è un processo basilare o elementare che non può essere ulteriormente scomposto, deriva da ciò che gli organi di senso, presenti sul nostro corpo, rilevano e poi traducono in stimoli fisiologici inviati al cervello come segnali elettrici. Tale processo è definito “trasduzione sensoriale” ovvero la trasformazione dell’informazione sensoriale in stimolo elettrico.

La PERCEZIONE è un processo che consente di attribuire un significato agli input sensoriali provenienti dall’ambiente esterno. Da sempre molti studiosi si sono occupati di percezione e, ancora oggi, è un argomento molto studiato in psicologia generale. La percezione è un ambito che desta interesse perché il percepito è una rappresentazione diretta della realtà e una fonte da cui è possibile desumere il funzionamento della mente umana. Le sensazioni sono invece dei processi semplici che ci arrivano dai nostri 5 sensi.

La percezione quindi è un qualcosa di più complesso, perché è un processo che mira all’attribuzione di significato ai dati sensoriali percepiti. Per percezione, in conclusione, si intende un processo avente lo scopo di identificare, ordinare e di classificare gli stimoli sensoriali provenienti dal mondo esterno. Chiaramente, la distinzione tra sensazione e percezione non è immediata, tanto che alcuni la considerano come un unico processo psichico, definito appunto la senso-percezione. Per questo motivo, potremmo considerarla come una funzione che si dispone lungo un continuum che varia dalla semplice percezione sensoriale all’assunzione di significati specifici della stessa.    

La percezione distale, prossimale e i percetti

Se vogliamo andare un po’ più in profondità in questa sequenza di eventi possiamo distinguere diversi aspetti e momenti di percezione. Il primo input si definisce stimolo distale oppure oggetto fisico percepito, esso è ricco di informazioni derivanti dall’ambiente esterno come a esempio la luce, la forma, i colori e altri stimoli percepiti con la vista. Quando lo stimolo visivo giunge alla retina, prenderà il nome di stimolo prossimale. Quindi, un oggetto esterno, (es. una casa) rappresenta lo stimolo distale, mentre l’immagine proiettata sulla retina costituisce lo stimolo prossimale. Alla fine l’informazione sensoriale dopo essere così codificata e rielaborata è definita il percetto. Si genera, in questo modo, una catena psico-fisica che porta a collegare l’ambiente esterno (stimoli distali), alla proiezione retinica (stimoli prossimali), ai quali saranno attribuiti dei significati (i percetti).

Le teorie della percezione

La percezione rappresenta quindi un canale di collegamento diretto dalla nostra mente con la realtà circostante. Per questo tante teorie sono state elaborate allo scopo di ottenere una più precisa e dettagliata interpretazione scientifica di questo fenomeno. Dobbiamo risalire a John Locke, 1632 – 1704, che sviluppò la teoria empiristica, secondo la quale la percezione del mondo, e di conseguenza degli oggetti, avviene attraverso l’esperienza e l’apprendimento, derivanti dal contatto con il mondo esterno.

«Donde [l’intelletto] ha tratto tutti questi materiali della ragione e della conoscenza? Rispondo con una sola parola: dall’esperienza. È questo il fondamento di tutte le nostre conoscenze; da qui esse traggono la loro prima origine.» Saggio sull’intelletto umano, libro II, cap. I)   J.   LockeDa Wikipedia

Le sensazioni elementari, o sensoriali semplici, trasmesse al cervello dal mondo esterno dopo essere state integrate, costituiscono l’insieme di conoscenze acquisite. Si ottiene così un processo che prende il nome di inferenza, ovvero la deduzione di significati di elementi appresi dal mondo esterno.    

L’organizzazione percettiva

In base a quanto presentato sopra risulta evidente che il percepito deve essere organizzato per consentire alla mente umana di avere una base di partenza con la quale interagire e organizzare gli stimoli provenienti dal mondo esterno. Questa organizzazione percettiva è orientata dalle caratteristiche specifiche presentate dallo stimolo e del contesto in cui è immerso. Le caratteristiche dell’oggetto attivano una funzione psichica che permette di organizzare lo stimolo proveniente dall’esterno. A questo punto subentra un nuovo processo: l’attenzione. Questa seleziona gli stimoli di interesse escludendone altri. L’esclusione, il più delle volte, si ottiene in base ai bisogni personali, alle motivazioni, alle emozioni e alle conoscenze già acquisite da chi percepisce.

Ad esempio, in un supermercato siamo in grado di percepire ciò che consideriamo più interessante estrapolando informazioni che rimarranno nella nostra memoria a discapito di altre non informative. Spostare l’attenzione percettiva su ciò che ci interessa è un processo determinato da una limitata quantità di canali imputati all’elaborazione dell’informazione che permettono, di conseguenza, una selettiva elaborazione degli stimoli in maniera saliente. Secondo la teoria del filtro, quando si ricevono più messaggi contemporaneamente, l’attenzione permette di selezionare il messaggio più significativo e concede solo a questo di passare alle successive fasi di elaborazione dell’informazione. Ma oltre a questo tipo di senso/percezione esiste pure una conoscenza diretta e immediata della verità, tradizionalmente contrapposta alla conoscenza logica e discorsiva. 

L’INTUIZIONE

L’intuizione è quella funzione psicologica che trasmette le percezioni per via inconscia. Tutto può essere oggetto di questa forma di percezione. L’intuizione è una sorta di comprensione istintiva di contenuti di qualsiasi genere. Al pari della sensazione essa è una funzione percettiva non-razionale. “La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un servo fedele. Abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono”. Sono parole di Albert Einstein che conosceva perfettamente il potere e l’importanza dell’intuizione. Purtroppo l’intuizione è stata praticamente relegata a un piano esoterico, sacrificata sull’altare della razionalità. Ma siamo tutti intuitivi, la persona intuitiva è quella che ha imparato a prestare attenzione ai messaggi della sua intuizione mentre altri li ignorano. L’intuizione in filosofia indica quel tipo di conoscenza immediata che non si avvale del ragionamento o della conoscenza sensoriale [da Wikipedia].                     

Siamo di fronte dunque ad un rapporto immediato e diretto fra soggetto pensante ed oggetto, senza alcun intervento della mente razionale o dei 5 sensi fisici. 

Come otteniamo questa conoscenza allora? Una possibile spiegazione può essere data accettando il Modello dell’Aura o Campo Energetico che circonda il corpo fisico, come proposto da Barbara Brennan  [vedi “Omaggio a Barbara Brennan”]. In questa dimensione sono presenti i nostri organi superiori, definiti anche sottili, uguali a quelli fisici/inferiori ma composti di una materia diversa da quella del corpo fisico. Ognuno di essi dà luogo ad una specifica veggenza come la chiaro/udienza dell’orecchio e la chiaro/veggenza dell’occhio. Da questi organi superiori si ottengono percezioni che sono al di fuori del range dell’udito dell’orecchio fisico e con gli occhi si percepiscono movimenti del Bioplasma che fluttua attorno al nostro corpo fisico interprenetrandolo. Questo tipo di materia non è stato ancora classificato dalla fisica ma sappiamo che stiamo procedendo verso questa conoscenza. La Brennan teorizzò che questo stato o dimensione non sia governato dalla forza dell’elettro-magnetismo ma da un’altra forza fisica che con il tempo ci darà delle risposte precise su quanto nei secoli è stato descritto come mondo sottile. In questa dimensione la materia risulta meno densa, meno concentrata ma occhi allenati ad utilizzare le cellule periferiche dei nostri occhi fisici la possono percepire più brillante. Nei nostri occhi ci sono due tipi di fotorecettori, coni per la visione centrale e bastoncelli per la visione periferica. Abbiamo circa 6,3-4 milioni di coni e circa 120 milioni di bastocelli, ci sarà pure una ragione per cui Madre Natura ci ha dotato di tanta abbondanza!

In conclusione diventare capaci di accettare ciò di cui l’intuito ci informa è una  qualità che si può coltivare e che può renderci la vita più semplice, ci permette di stare nel qui ed ora avendo tutte le informazioni necessarie per essere a contatto con la realtà e vivere sereni. Ritengo che questa forma di conoscenza sia la più difficile da gestire ma sicuramente la più gratificante.